Lavorare in smart working dall’estero. Un dipendente italiano chiede di poter lavorare qualche giorno al mese da un paese straniero - STREAMING
Sempre più spesso ci troviamo ad affrontare questioni nuove, mai affrontate prima.
Come quella del dipendente che chiede di poter lavorare dall’estero per qualche giorno o settimana al mese, per le ragioni più diverse, affettive, personali, o altro ancora.
Di fronte a queste richieste, le direzioni del personale e noi consulenti ci dobbiamo porre una serie di domande per risolvere in modo positivo le questioni che si aprono.
Ci sono procedure autorizzative da seguire perché il lavoratore possa prestare lavoro in modalità da remoto all’estero? Ci sono questioni retributive, o profili di attenzione nell’elaborazione del cedolino paga. Dove si pagano le tasse e i contributi per la retribuzione corrispondente alle ore lavorate all’estero.
Qualcuno potrebbe dire che sono questioni di poco interesse, ma se la prestazione da remoto all’estero diventa abituale, anche se occasionale? E che succede se, per caso, finchè lavora all’estero si fa male?
A dare una risposta a tutte queste domande sarà Giulia Perin, una delle massime esperte di lavoro all’estero e immigrazione, avvocato di WI LEGAL, nel webinar in streaming e in presenza dall'Auditorium SHR di Padova di giovedì 27 aprile, dalle 15 alle 15.45.